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Blog–il Marchese Campana: una storia affascinante

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Quest’estate ho avuto il piacere di tornare dopo tanti anni ad Avignone, splendida cittadina medioevale della Provence-Alpes-Côte d'Azur.

Avignone è ovviamente conosciuta per il Palazzo dei Papi, per il suo festival teatrale, per il Duomo, il museo, per il suo ponte da cui trae origine la famosa canzone “sur le Pont d’Avignon” e altre belle cose.

In questo condensato di meraviglie, c’è però una storia affascinante di cui non tutti sono al corrente e che vorrei raccontarvi: la storia del gran e coltissimo gentiluomo il Marchese romano Giampietro Campana.

Il Marchese Giampietro Campana (1808-1880) fu uno dei più grandi collezionisti del XIX° secolo. Durante ben 25 anni, egli ha accumulato nella sua Villa e palazzi di Roma migliaia di sculture, centinaia di vasi, di bronzi e terracotta, nonché una collezione di quadri dal valore immenso del periodo “primitivo” (14° e 15° secolo) ed altri oggetti di grande valore, fra cui etruschi. Insomma, il Marchese, stimatissimo da tutta l’intellighenzia europea, era un gran cultore d’arte, un fine intenditore che diede fama al periodo dei primitivi e le cui collezioni erano note in tutta Europa.

Ma ecco che inaspettatamente, il 28 novembre 1857, i carabinieri bussano alla porta di casa del Marchese e, dietro mandato, lo arrestano e gettano in prigione. Ne segue un processo mediatico senza precedenti che lo condanna a 20 anni di lavori forzati nonché alla confisca di tutta la sua collezione.

Ma perché??

Ebbene, il Marchese, di ottima estrazione e reputazione, era il Direttore del Monte di Pietà di Roma. Trovò così un sistema ingegnoso per acquistare i suoi oggetti preziosi: chiedeva in prestito i soldi al Monte di Pietà, contro garanzia degli stessi oggetti che comprava con i fondi del Monte di Pietà! In altre parole: il debitore ed il creditore erano la stessa persona! Cosicché, le casse del Monte di Pietà furono svuotate!

Una vera truffa ai danni dello Stato insomma. Tuttavia, l’opinione pubblica e molti intellettuali si commossero per la sua sorte in quanto lo si riteneva vittima della sua passione da collezionista, insomma una vittima della sua passione artistica smisurata. E’ così che Napoleone III, amico di Campana e suo debitore, intervenne presso il Pontefice affinché la sua pena fosse commutata in un esilio. Così nel 1861, Napoleone III versò nelle casse del Monte di Pietà ben 4.8 milioni di franchi, acquistando la quasi totalità della collezione (più di 11.000 oggetti, fra cui 646 dipinti!).

La collezione andò al Louvre di Parigi il quale, nel 1956, ne diede una parte al Petit Palais di Avignone.

Ecco perché ritrovarsi al Petit Palais di Avignon, sembra quasi visitare le prime sale della Galleria degli Uffizi.

 

 

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