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Blog – lo Scugnizzo napoletano

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Pezzo storico, la “rumba d’’e scugnizze” è stata scritta ed interpretata da Raffaele Viviani ed è oggi un pezzo emblematico. Ma chi era lo Scugnizzo?

Berretto di traverso, impertinente, giocatore di “strummolo” e con un mozzicone di sigaretta tra le labbra: questo, nell’immaginario, l’immagine dello “scugnizzo”, termine rimasto nella lingua napoletana come simbolo di un passato nemmeno troppo lontano, che qualifica quei ragazzini indisciplinati, scanzonati, per nulla avvezzi allo studio, veri monelli viventi di accattognaggio e quindi ignoranti intellettivamente ma che molto hanno capito della vita di strada…

L’etimologia del termine è poco nota, anche se l’ipotesi più accreditata è quella di Ferdinando Russo: lo strummolo (la trottola), trattandosi di un gioco tra due partecipanti circondati da spettatori coetanei, è immaginabile che, all'inizio della "partita", qualcuno di questi si sia chiesto: "chi 'o scogna, chisto o isso?" e che a tale interrogativo sia stato risposto: " 'o scogn 'isso!". Termine ante litteram trasposta in scugnizzo'!  

Dello scugnizzo, il volto più famoso è rimasto sicuramente quello di Raffaele Viviani che, nel 1938, con “L’ultimo scugnizzo”, conquisterà la fama al cinema. Un personaggio piuttosto tragico, anche se rimane gioiosi e sarcastico nei confronti del mondo che lo circonda.  Questo personnaggio diventa popolare nel teatro di Viviani e ottiene l’attenzione di molti intellettuali.

Lo scugnizzo di Viviani è molto vivace, compie sulla scena capriole, atti pittoreschi, burle e rispecchia profondamente le sue origini e il suo modo di essere un ragazzino monello e sfacciato.

Da questa visione dello “scugnizzo” napoletano nasce un bellissimo canto popolare che unisce a se un genere esotico quale la rumba, danza afrocubana nata nel 1920 circa.
Con l’esibizione di questo bellissimo canto popolare, l’attore unisce lo spirito napoletano a quello africano. 

Qui appresso una bella interpretazione della “rumba degli scugnizzi”, tratto dallo spettacolo Novecento Napoletano, in cui sono protagonista, per la regia di Bruno Garofalo, ma non nella predetta rumba. La videoclip è tratta da "900 Napoletano LIVE" Prodotto da Euromedia Napoli | Luigi Passariello Editore

Informazioni sullo spettacolo "Novecento Napoletano"

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Blog – l’amuleto del napoletano

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Alzi la mano chi non si è mai imbattuto in un corno napoletano?!

Storto, a punta, cavo, rigido e rosso, il corno, detto “curniciello portafortuna” per essere efficace non deve essere acquistato, bensì ricevuto in regalo, Inoltre deve essere fatto a mano di modo che chi lo crea trasmetta le sue influenze positive le quali accompagneranno il suo portatore.

E’ una storia antica quella del corno. Sembra che i poteri dell’amuleto risalgano all’età della pietra (Neolitico) e derivanti dalle corna degli animali, portatrice di forza fisica. Già nell’antico Egitto, quindi nell’età romana, grandi personaggi quali Alessandro Magno, i Faraoni e Mosè ad esempio ornavano i loro elmi con le corna in occasione di parate, eventi importanti e battaglie.

Sembra anche che in epoca romana, il corno, per analogia alla sua forma “fallica”, diventi anche simbolo di virilità e fertilità, oltreché di forza e fortuna.

Nel periodo medioevale si consolida definitivamente la sua fama di portafortuna, tant’è che gli artigiani napoletani iniziano la sua produzione. Il corallo è il materiale prescelto, sia perché già all’epoca ritenuto magico e benefico per le donne incinte, ma anche perché di colore rosso e quindi collegato al sangue ed al fuoco, emblemi di vita, energia e potenza.

Non credo vi sia ad oggi casa napoletana sprovvista di un corno la cui produzione abbonda nelle botteghe del centro storico.

In fondo, il corno è una testimonianza del sincretismo religioso dell’anima napoletana, della sua tipica mescolanza di sacro e profano, di convivenza tra gli opposti e delle contraddizioni che ne derivano.

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Milly a Napoli-13 e 14 aprile

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Cari amici di Napoli e dintorni, a seguito di numerose richieste di amici e sostenitori, farò una breve rentrée a Napoli alla Sala Ferrari, grazie anche all’amico Sasà Ferrari, il 13 e 14 aprile, ore 21.

Trattandosi di un’operazione privata, del tutto speciale ed essendo a posti limitati, potete contattare il numero specificato sulla locandina oppure la Sig.ra Valeria d’Orazio al numero 320.482.08.09.

Descrizione spettacolo

Recensioni spettacolo

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Blog-Novecento Napoletano – spettacolo magnifico!

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Care amiche, cari amici, non sapete come sono felice che il bellissimo spettacolo Novecento Napoletano sia tornato in scena, a Napoli, precisamente al Trianon.

Ne feci parte tra il 2008 e 2010, con la cara e brava attrice Rosaria De Cicco e fu un’esperienza artisticamente intensa, indimenticabile. Costumi, scenografie, sceneggiatura, ritratti storici, musiche: tutto studiato ed assemblato ad arte per consegnare uno splendido affresco della Napoli d’inizio ‘900.

Auguri a miei colleghi tanto successo ed invito tutti ad assistere a questo bellissimo ed emozionante spettacolo firmato Bruno Garofalo; costumi Mariagrazia Nicotra; prod. Rosario Imparato.

In scena sino al 17 dicembre al Teatro Trianon!

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