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Blog – che brava Paola Minaccioni!

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Che bella serata l’altra sera al Teatro della Cometa di Roma. Ho visto uno spettacolo veramente bello ed emozionante: La Spiaggia.

Una storia scritta con amore vero da Luca de Bei ed interpretato in maniera incantevole, da un anima pura, senza sovrastrutture e priva di manierismi… quella di una Paola Minaccioni in pieno stato di grazia, quello che talvolta il vero teatro ci riserva. Brava veramente.

Felice di essere riuscito a vedere questo spettacolo in scena sino a domenica 12 novembre, lo consiglio naturalmente a tutti.

Grazie anche a Valeria D’Orazio che con dedizione si dedica alla promozione di questa interessante produzione.

Biglietteria on –line

Ufficio Promozione (Valeria d’Orazio): cell. 320.482.08.09

 

Sinossi

Una donna e una spiaggia. Due luoghi familiari e sconosciuti. Due mondi vicini e inesplorati. Irene si interroga sulla propria vita, alla ricerca di una ragione per la sua solitudine. Una solitudine che affonda le radici nell’infanzia, che vive e cresce in una mancanza sottile e divorante: quella di un padre, un uomo che ha abbandonato la sua famiglia per crearsi una nuova vita, un nuovo nucleo affettivo. Irene affronta la sua esistenza con coraggio e con ironia, ma con dolorosa ostinazione non rinuncia a conoscere la verità, a volte disperatamente, a volte solo per potersi dichiarare viva.

Continuerà così, attraverso gli anni, consumando gioie e sofferenze, nonostante le disillusioni, sapendo accettare il tempo che lascia i suoi segni, e combattendo con la propria volontà che a tratti si perde…

"La spiaggia" è il luogo metaforico e fisico di questa ricerca. E’ il teatro degli incontri con il padre perduto e, forse, un giorno ritrovato. E’, per Irene, il luogo dei suoi giochi di bambina, dei sogni di adolescente, delle esperienze della maturità. In questa immensa distesa di sabbia, sotto un cielo fatto di azzurro, di nuvole, di gabbiani, davanti al mare infinito, il dolore sembra placarsi un po’, la coscienza anestetizzarsi e la verità, che affiora lentamente, farsi addirittura accettabile.

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Blog – Il Burlesque

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La scorsa settimana ho potuto assistere ad uno spettacolo di Burlesque di Lola Lustrini.

Da una quindicina di anni si parla molto del “Burlesque”. Sinceramente, non mi ero mai documentato sulla questione ed ero anche un po’ prevenuto come, mi sembra, lo siano tutt’ora in molti: in fondo, trattandosi di “una sorta di spogliarello”, detto in modo frettoloso e superficiale, è facile cadere in definizioni o addirittura giudizi poco lusinghieri.

Il Burlesque nasce come vera e propria forma di spettacolo quasi 3 secoli fa in Inghilterra, per poi approdare negli Stati Uniti. Si trattava di uno spettacolo che univa satira, danza e ironia da parte di ballerine esperte che parodiavano le classi più abbienti. Il genere subì una progressiva trasformazione negli anni, sia nei contenuti che nella tipologia di numeri e livelli di nudità ed anche a seconda delle aree geografiche (numeri di danza del ventre ad esempio). A partire dagli anni 60 esso decade in vera e propria pornografia ed il termine “burlesque” entra cadde nel dimenticatoio, per poi tornare di moda negli anni 90 caratterizzati dalla corrente vintage.

Oggi esiste quindi un neo-burlesque, il quale si ispira alla vera tradizione ma con la presenza di sole donne dotate di reale talento canoro e ballerino, vicine allo stile del varietà, ispirandosi quasi essenzialmente agli spettacoli degli anni 20 e 30 e parodiandone costumi, musiche, acconciature: sono spettacoli essenzialmente autoreferenziali che tralasciano l’aspetto della rivolta sociale. A fianco ad esso, ovviamente, vi è anche quello che chiamerei lo stile “pseudo-burlesque” : una semplice forma di volgare striptease scevro da ogni qualità artistica. Ma a noi questo non interessa.

Ho scoperto così un “vero” neo-burlesque di classe e talento, piacevole e anche fine. Brava Lola Lustrini!

Storia del burlesque

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