Ieri, dopo lo spettacolo, un signore molto distinto è entrato in camerino. Indossava un doppiopetto di seta, di colore antracite, con taglio da sartoria. Dal taschino fuoriusciva un fazzoletto grigio perla, abbinato ad un cappello modello Fedora e ad una lunga sciarpa. Ha aspettato che tutti uscissero dal camerino, quindi ha bussato due colpetti chiedendo “permesso”? Non lo avevo mai visto prima. Era asiatico, non so se cinese, o vietnamita, sicuramente né coreano o giapponese, e poteva avere all’incirca 45 anni: i suoi modi e portamento mi hanno ricordato Tory Leung Ka-Fai, nella sua interpretazione nel film “L’Amante” di Jean-Jacques Annaud. In un italiano colto e leggermente desueto, mi comunica che mi segue da tempo a Milano, che mi stima e vuole farmi un regalo simbolico che mi aiuterà a rimanere sempre in forma. Mi porge allora un cofanetto cinto da un nastro verde. Mi giro 20 secondi per prendere delle forbici ed il misterioso visitatore era già sparito: nessuno in teatro ha saputo dirmi chi fosse… 

Ora cercherò di capire meglio il significato e contenuto di questa bottiglia.

Aristotele diceva che la vera amicizia è una pianta che cresce lentamente e deve passare attraverso le avversità perché la si possa chiamare tale. Devo dire che reali avversità non ve ne sono state: stanchezza, stress, divergenze di opinioni, qualche nervosismo, più che altro legato a questioni pratiche, invece si, ed è comprensibile. Oggi sono 7 anni esatti che sono felicemente circondato dallo stesso staff di musicisti, tecnici e promotori. Abbiamo girato l’Italia e qualche altro paese in lungo ed in largo: in macchina, con il treno, in aereo, in camion, in nave, persino in moto… mancano solo bici e monopattino! Siamo approdati in teatri di tutti i tipi: dagli 80 ai 1700 posti, nella capitale, in capoluoghi di provincia, ma anche in paesini sperduti. Abbiamo lavorato con il caldo soffocante di agosto in Puglia e con il gelo invernale del Trentino, nonché in teatri privi di riscaldamento! Un grande e ricco serbatoio di esperienze variegate, di ricordi più disparati, di sentimenti vari in cui pescare e attingere con la gioia di chi si volta e contempla un cammino contrassegnato dalla crescita professionale e personale e dove il rapporto professionale spesso viene soppiantato da affetto ed amicizia sincere.

Qualcuno manca in questa foto perché si tratta di uno scatto del tutto spontaneo dopo la replica di ieri sera ed alcuni mancavano all’appello: ma ci rifaremo presto! Intanto, tenevo a marcare il punto di questa ricorrenza, ringraziando il mio produttore, la Elsinor ed il suo direttore generale Gianluca, i miei fidati tecnici, Alfonso, Michele, Orazio, Barbara ed Emilia i miei amati musicisti, Andrea, Marco, Francesco, Dario, Antonio, Flavia, Enrico e la mia super assistente e promoter Valeria.

Come ad ogni artista, mi capita spesso di arrivare in una città e di vedere dei manifesti del mio spettacolo. E’ una cosa che fa piacere, certo, anche se a volte può essere fonte di stress. C’è chi prova anche un senso di rivincita magari e c’è chi invece risente un fastidio, soprattutto per un artista scritturato per un ruolo che non sente suo o che si trova a recitare in una compagnia solo per motivi economici e non per “fede artistica” (aspetto sempre più raro al giorno di oggi, ahimè).

Ma questa foto che mi giunge dalla Svizzera, la conservo nel cuore! L’ubicazione, del tutto casuale, del mio manifesto a fianco di quello dell’immensa Martha Argerich, mi ha fatto trasalire: una sensazione di felicità e di gratitudine mi hanno invaso. Martha Argerich, colei che considero la più grande pianista del XX° secolo, essenza pura dell’arte, sempre fedele a se stessa. Al di là dell’assoluta perfezione tecnica, dell’infinità di sfumature della sua tavolozza timbrica, Martha Argerich è un condensato di genialità, magnetismo e poesia, di intuizione e di equilibrio nel suo apparente squilibro; ovviamente, fiumi di inchiostro sono già stati scritti su di lei. Una donna assolutamente unica e che ho avuto modo di frequentare per qualche giorno, una decina di anni fa.

E nel vedere il mio manifesto accanto a quello suo, mi sono emozionato. So bene che questo può sembrare risibile: si tratta unicamente di un caso fortuito, ma questo stare così vicino a lei, mi allieta intimamente.

La discografia di Martha Argerich è immensa e disponibile a chiunque. Vi saluto con una composizione che amo particolarmente: il concerto numero 1 in mi minore di Chopin, in una sua recente interpretazione. E’ magnifico, tutto. Ma alla ripresa del tema iniziale, minuto 15.30, sembra di toccare il cielo con un dito.

Vegetarianismo? Veganismo? Fruttarismo? Dieta detox? Dieta drenante? Niente di tutto ciò! Rimango infatti ben ancorato alle nostre sane e deliziose tradizioni culinarie mediterranee: il trucco è, secondo me, la moderazione, oltreché la scelta di produttori etici. Di tutto un po’, senza esagerare. Ma oggi, per pranzo, mi andava qualcosa di fresco. Ecco allora un ottimo centrifugato rinfrescante, gustoso ed energetico: barbabietola, arancio, zenzero, mela, carota e sedano. Due fette di ananas e gallette di riso. Squisito!