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Blog–breve storia del Ciak

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Chi non ha mai visto quella famosa lavagnetta nera d’ardesia e visto l’asticella abbassarsi con forza su di essa creando il famoso rumore “ciak” per l’appunto?

Ciak viene dal termine clapperbooard e fu inventato negli Anni 30 da Frank Thring senior, regista e produttore australiano, che lo usò nei suoi studios a Melbourne. Fu un’invenzione tanto semplice quanto geniale e immediatamente adottata nel mondo cinematografico e televisivo. Questa "lavagnetta” è come il “passaporto” di ogni inquadratura: ne riporta infatti tutte le informazioni essenziali come il tipo di ripresa (esterno giorno, esterno notte, interno giorno, interno notte…), il titolo del film, il regista, il numero della scena, la data della ripresa ed altro ancora.

Quando la scena è pronta per essere girata, ovvero gli attori sono in posa, truccati, in costume, le luci sono giuste, gli operatori in posizione, ecc, il macchinista, cosiddetto ciacchista, posiziona il ciak nell’inquadratura poco prima dell’azione e abbassa l’asticella dando luogo al famoso “ciak”. Le informazioni riportate sul ciak serviranno al montatore per capire con precisione quale scena usare: pertanto, quando si dice, gergalmente, “girare 8 ciak”, significa che detta scena è stata girata 8 volte. Marilyn Monroe, ad esempio, in A qualcuno piace caldo fu costretta a ripetere ben 59 volte la battuta «Dov’è il bourbon?..... e ancora si possono consultare negli archivi storici del film le altre 58 volte in cui pose la stessa domanda…

Come ogni cosa, anche il ciak ha subito un’evoluzione ed alcune produzioni usano lavagne elettroniche con led luminosi e display elettronici contenenti il timecode (sequenza temporale); io, tuttavia preferisco il ciak di una volta… wink

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Blog–Villa Mondragone

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Seppure assonnato dalla sveglia mattutina, sono rimasto colpito inizialmente dal suo lungo viale alberato che lasciava intravedere cica 18 ettari di parco con cipressi e lecci secolari… Poi l’arrivo alla villa, imponente. In essa varie ampie sale, molte delle quali finemente decorate. La Biblioteca, la Sala del Teatro, lo spazio espositivo del Corridore, la Sala Belvedere con la sua magnifica vista, la calda ed accogliente Foresteria. Gli spazi esterni sono altrettando affascinanti: l’incatevole Giardino della Girandola, il magnifico Portico del Vasanzio, il Teatro delle Acque, il Giardino Segreto pensile e la Corte Interna

Di proprietà dell’Università di Tor Vergata ed ancor prima dei Gesuiti, Villa Mondragone – che ahimé non conoscevo sino a 3 giorni or sono – è una splendida dimora seicentesca, all’epoca regolarmente usata da Papa Gregorio XIII come residenza ed in cui, tra le altre curiosità, egli promulgò la bolla papale Inter gravissimas dando così avvio alla riforma del calendario oggi tuttora in vigore. Nel 1858 vi soggiornò George Sand, scrivendoci la novella La Daniella.

Oggi affittata per matrimoni ed eventi di varia natura, nonché per set di film in cui attualmente giro il ruolo di un Presidente di Corte, mi ha lasciato subito a bocca aperta, trasmettendomi quella classica sensazione di nostalgia per un fasto, ma soprattutto uno stile, un GUSTO, ormai perduti…

Villa Mondragone è una delle dodici ville tuscolane costruite dalla nobiltà papale nel territorio dei Castelli romani.

Quanta Storia, quante ricchezze a Roma e dintorni…. Prendiamone cura…

 

Sito Villa Mondragone 

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Blog–Portate i Vostri bimbi a concerto!

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Venerdì scorso ho portato mio figlio di 5 anni ad un “concerto per i grandi”. Egli, certo, sin da piccolissimo, è cresciuto a teatro e musica: conosce tutti i miei spettacoli a memoria e se li rivede pure in video! Mi direte quindi “è già habitué”.

Eppure, l’ascolto della musica classica è una cosa meno immediata: non ci sono azioni sceniche, costumi o proiezioni che possano catturare l’attenzione. L’ascolto fa da padrone e non è cosa scontata per i piccoli. Ebbene, non ci crederete: non solo era felicissimo di ritrovarsi nella stupenda Sala di Santa Cecilia, catturato dalla sua atmosfera calda ed ovattata, nell’osservare l’entrata in scena dei musicisti, sentire l’accordo degli strumenti, partecipare a gli applausi all’arrivo del direttore di orchestra. Ma poi, per quasi un’ora, dall’ouverture di Glinka, sino fine del concerto di Rachmaninoff, Raphael è stato letteralmente rapito dal monumentale “Rach 3”, magistralmente interpretato da Daniil Trifonov.

Silenzioso e composto sulla sedia, ascolta ed osservava, commentava sottovoce (“ecco le percussioni, la tromba, i violini…”) sino agli applausi finali a cui ha partecipato attivamente.

E da tre giorni, mi chiede ti tornarci, ripetendo “Rachmaninoff mi piace molto”.

Questo mi ha fatto pensare molto. Perché ritenere che Bach, Chopin, Mozart o Beethoven non siano adatti ai piccoli? Tra l’altro, Bach, così ritmico, è al momento uno dei compositori preferiti di Raphael: un compositore adattissimo a corsi di danza secondo me. Perché farli sempre iniziare da canzoncine spesso di dubbio gusto oppure necessariamente dai brani cosiddetti “facili”? Credo che l’impatto con grandi opere, anche se magari non possano essere pienamente comprese dai piccoli, sia salutare ed immerga il bambino in una dimensione più grande, da subito, senza tentennamenti: una sorta di immersione iniziatica...

 

Auditorium Parco della Musica

Daniil Trifonov

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Blog–Louis Treumann-la sua Vedova

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Un vecchio copione ritrovato nell’archivio musicale del Teatro Lirico di Trieste ci porta a Louis Treumann: cantante lirico e attore, star indiscussa del mondo operettistico e di Lehár in particolare che gli assegnò la prima parte del conte Danilo Danilowitsch. Ovazionato in Austria e Germania, durante la meravigliosa Belle Epoque, gli anni 20 e 30 in cui diventa anche protagonista di vari film, amato da tutti, dai gerarchi fascisti e dal Führer stesso.

Ma Treumann era uno pseudonimo…

È il 1933, la Storia segna un destino: un dramma personale, nel dramma della Grande Storia, sullo sfondo del meraviglioso mondo di ieri…

La Vedova Allegra, attraverso il prisma cangiante di Louis Treumann diventa un interrogativo: AllegraEraLaVedova?

Vi aspetto a teatro!

Tournée AllegraEraLaVedova

La Belle Epoque

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Blog – La splendida -Canonica dei Fiori- di Anna Fendi

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Roma, città eterna, dalle innumerevole bellezze artistiche, meta di milioni di visitatori ogni anno dal mondo intero, rappresenta un nostro orgoglio nazionale.

Ed è ben noto il proverbio Omnes viae Romam ducunt, a testimonianza dell’eccellente rete stradale esistente già in epoca romana e dell’importanza della capitale.

Ma c’è una via di epoca più tarda, di grande fascino storico-spirituale, che conduce anch’essa a Roma: la via Francigena, che collega Canterbury a Roma!

L’affascinante cittadina medievale di Ronciglione è una delle tappe della via Francigena, dove, oltre il duomo, la rocca e la chiesa di Sant’Andrea, il visitatore potrà scoprire un luogo delizioso: la Canonica dei Fiori. Un antico edificio, di proprietà di Anna Fendi che lo ha trasformato in una squisita country house, decorandola con gusto e semplicità, abbinando stile antico e moderno, mantenendo la struttura originale pressoché inalterata, convertendo le celle dei monaci in accoglienti stanze, ognuna di colore diverso, decorate a tema e con dipinti di amene scene agresti ed impreziosite di mobilio antico restaurato e bozzetti di moda.

Dal soppalco della chiesa annessa consacrata, si accede nel corpo centrale dell’edificio, il quale si snoda tra reception, sale interne, cucine, camere ai piani superiori, tutte con terrazzino e con vista sul bellissimo giardino.

Un’ottima location, originalissima per arredamento ed unione di stili così diversi e di storie familiari, dove soggiornare, immergersi nel verde e nella calma della campagna nel bellissimo viterbese. Una location per riposare, ma anche dove celebrare feste, matrimoni ed eventi di varia natura.

Sotto alcune fotografie della festa di beneficienza del 23 settembre organizzata da Bianca Maria Caringi Lucibelli, dove ho avuto il piacere di cantare per un pubblico di eccezione: notate, fra le altre chicche, il minigolf in pietra, alcuni oggetti quali la ghiacciaia storica, le vetrine di cristalli, le fotografie di famiglia e altro ancora.

Penso che dobbiamo essere grati a quei privati, come la generosa Sig.ra Fendi, che riescono a mantenere in vita luoghi storici come questo, la cui sorte, altrimenti, sarebbe altamente compromessa. 

Da non perdere.

Sito internet La Canonica dei Fiori

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Blog–Gennaro Scotti

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Ogni artista, specialmente noi attori, deve curare la propria immagine. Attraverso quello che dice pubblicamente, nelle creazioni che offre al pubblico, nel modo in cui si veste e si comporta e, ovviamente, nel modo in cui si fa o lascia fotografare.

Al giorno di oggi, i programmi di grafica e di illustrazione consentono di tutto: ti ringiovaniscono di 20 anni, ti fanno perdere 20 chili, ti tolgo i nei e ti colorano i capelli.

Ma c’è una cosa che solo un vero fotografo, sensibile, a sua volta artista, sa fare: cogliere l’attimo del momento, un’espressione, un gesto, che sprigionano un determinato sentimento dando vita ad un’emozione che, senza quella foto, non esisterebbe.

Gennaro Scotti appartiene proprio a questa categoria. Non fa parte di certo, e per fortuna, a quei fotografi omologati da riviste patinate che vorrei evitare di citare… le quali propongono, tutte, assolutamente tutte, gli stessi corpi, le stesse espressioni stereotipate di soggetti nutriti a gossip.

Consiglio pertanto a tutti i miei amici e parenti di Ginevra, del cantone di Vaud ed oltre, di visitare la sua esposizione che si terrà dal 22 settembre al 25 novembre all’Expo Fondation di Bolle.

Tra l’altro, troverete anche 3 scatti effettuati in occasione del mio spettacolo su Yves Montand, il 21 marzo 2018 all’Alhambra di Ginevra.  laughing

 

Gennaro Scotti

Expo Fondation Bolle

Spettacolo su Yves Montand  

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Blog–il Marchese Campana: una storia affascinante

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Quest’estate ho avuto il piacere di tornare dopo tanti anni ad Avignone, splendida cittadina medioevale della Provence-Alpes-Côte d'Azur.

Avignone è ovviamente conosciuta per il Palazzo dei Papi, per il suo festival teatrale, per il Duomo, il museo, per il suo ponte da cui trae origine la famosa canzone “sur le Pont d’Avignon” e altre belle cose.

In questo condensato di meraviglie, c’è però una storia affascinante di cui non tutti sono al corrente e che vorrei raccontarvi: la storia del gran e coltissimo gentiluomo il Marchese romano Giampietro Campana.

Il Marchese Giampietro Campana (1808-1880) fu uno dei più grandi collezionisti del XIX° secolo. Durante ben 25 anni, egli ha accumulato nella sua Villa e palazzi di Roma migliaia di sculture, centinaia di vasi, di bronzi e terracotta, nonché una collezione di quadri dal valore immenso del periodo “primitivo” (14° e 15° secolo) ed altri oggetti di grande valore, fra cui etruschi. Insomma, il Marchese, stimatissimo da tutta l’intellighenzia europea, era un gran cultore d’arte, un fine intenditore che diede fama al periodo dei primitivi e le cui collezioni erano note in tutta Europa.

Ma ecco che inaspettatamente, il 28 novembre 1857, i carabinieri bussano alla porta di casa del Marchese e, dietro mandato, lo arrestano e gettano in prigione. Ne segue un processo mediatico senza precedenti che lo condanna a 20 anni di lavori forzati nonché alla confisca di tutta la sua collezione.

Ma perché??

Ebbene, il Marchese, di ottima estrazione e reputazione, era il Direttore del Monte di Pietà di Roma. Trovò così un sistema ingegnoso per acquistare i suoi oggetti preziosi: chiedeva in prestito i soldi al Monte di Pietà, contro garanzia degli stessi oggetti che comprava con i fondi del Monte di Pietà! In altre parole: il debitore ed il creditore erano la stessa persona! Cosicché, le casse del Monte di Pietà furono svuotate!

Una vera truffa ai danni dello Stato insomma. Tuttavia, l’opinione pubblica e molti intellettuali si commossero per la sua sorte in quanto lo si riteneva vittima della sua passione da collezionista, insomma una vittima della sua passione artistica smisurata. E’ così che Napoleone III, amico di Campana e suo debitore, intervenne presso il Pontefice affinché la sua pena fosse commutata in un esilio. Così nel 1861, Napoleone III versò nelle casse del Monte di Pietà ben 4.8 milioni di franchi, acquistando la quasi totalità della collezione (più di 11.000 oggetti, fra cui 646 dipinti!).

La collezione andò al Louvre di Parigi il quale, nel 1956, ne diede una parte al Petit Palais di Avignone.

Ecco perché ritrovarsi al Petit Palais di Avignon, sembra quasi visitare le prime sale della Galleria degli Uffizi.

 

 

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Un anno di blog e +100.000 lettori - GRAZIE

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E’ passato esattamente un anno da quando, dietro consiglio del mio webmaster Gabriele, ho iniziato questo blog.

Allora ero molto scettico: mi chiedevo intanto cosa avrei potuto raccontare, poi chi lo avrebbe letto, a chi potesse interessare?

Ma Gabriele, insieme ad altri amici e parenti, mi caldeggiò ed alla fine mi convinse. Devo dire che ciò che mi spinse a farlo, fu anche il desiderio di mostrare un lato un po’ diverso di me. Noi artisti, attori soprattutto, veniamo spesso identificati con un personaggio od un carattere, il più delle volte non abbiamo modo di approfondire alcuni rapporti personali con chi ci segue: questo per motivo di tempo ovviamente, di logistica ed anche della “quantità” di persone con cui interagiamo. Un spettacolo, in un anno, viene visto in almeno 10 località, da forse 30.000-40.000 spettatori; un film od una partecipazione televisiva può raggiungere facilmente centinaia di migliaia di persone. A chi ci segue, pertanto, rimane il ricordo di quel specifico momento, di quel ruolo, di quelle parole (da copione, tranne nelle interviste) e rimaniamo quindi un po’ “cristallizzati” nelle menti del pubblico, essendo poche le occasioni di restituire un’immagine diversa dall’apparenza, più aderente al nostro essere reale.

Così, ho pensato a questo blog come ad una sorta di piccolo diario personale, dove, al ritmo delle settimane, del mio vissuto e di alcuni accadimenti, potessi scrivere alcuni pensieri, chiedere consigli, offrire qualche suggerimento spero utile, parlare di uno spettacolo o di un libro, fare qualche considerazioni su un evento saliente.

Ed alla fin fine, senza rendermene conto, i lettori sono aumentati, i commenti e messaggi privati sono diventati sempre più numerosi ed ecco superata la soglia dei 100.000 visitatori in un anno!

Cosa dire? Intanto, un GRAZIE di cuore a tutti voi, per l’affetto che mi dimostrate, per la Vostra vicinanza che sento in modo tangibile. Visto i numeri raggiunti, ma visto anche il tempo che il blog richiede, ho deciso di continuare questo impegno adottando una regola che mi aiuterà nell’organizzazione e spero farà piacere a chi mi segue: quella di pubblicare d’ora in poi due volte a settimana, il lunedì e giovedì, facendo uscire il post di mattina, ore 8h00.

 

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