Questa sera Amleto 1984-1985
Pubblicato in Teatro
Autore: Mario Prosperi
Regia: Antonio Calenda
Produttore: Teatro d'Arte
Con Pupella Maggio
Pubblicato in Teatro
Autore: Mario Prosperi
Regia: Antonio Calenda
Produttore: Teatro d'Arte
Con Pupella Maggio
Pubblicato in Recensioni
Successo al Quirino! Sono bravissimi, il lungo Gennaro Cannavacciuolo ed il corto Ernesto Maieux.
Ghigo de Chiara, Avanti, 30.01.86
...come pure il teatro era l’altra sera al Sistina nei gesti di Gennaro Cannavacciuolo che impersonava il suo compagno d’arte con grazia consumata, con delicata destrezza, insomma con promettente talento.
Enzo Siciliano, Il Corriere della Sera, 02.02.86
…aiutava la sensibilità di Pupella la bravura di Gennaro Cannavacciuolo.
Tommaso Chiaretti, La Repubblica, 30.01.86
E Gennaro Cannavacciuolo veramente impagabile nel ruolo di compagno di sventura i Santina-Pupella.
Antonio Tricomi, Paese Sera, 09.01.86
Pubblicato in Teatro
regia G. Gleijeses
Autore, attore, regista, capofila della cosiddetta Nuova Drammaturgia Napoletana, Enzo Moscato esplora da sempre con audacia e sensibilità una pluralità di registri linguistici arcaici e contemporanei. Partendo dalla contraddittoria e complessa realtà sociale partenopea, e cercando nella contaminazione la forma di una modernità espressiva, aspira ad un teatro-poesia arricchito dall’eredità di Pasolini. I personaggi di Moscato sono attori di un dramma estremo, forte, vero e delirante, carico di conflitti e di contrasti. Ragazze sole con qualche esperienza ritorna sulle scene dopo che Enzo Moscato lo aveva interpretato nel 1985, al teatro Ausonia di Napoli, insieme ad Annibale Ruccello, Silvio Orlando e Tonino Taiuti. Due travestiti, Grand Hotel e Bolero Film, e due scalcagnati delinquenti, Scialò e Cicala, s’incontrano per un supposto regolamento di conti o, forse, per un folle incontro amoroso, dopo aver pubblicato un’inserzione sulla rivista Cuori solitari. La vicenda, che alterna sapientemente farsa e tragedia, è il pretesto per affrontare temi come l’amore, la solitudine, la “quotidiana cooptazione alla violenza”, espressi attraverso quella Babele linguistica vorticosa che mescola tradizione e modernità, tipica dell’opera di Moscato.